Vol. 14 No. 18 (2021): Frammenti romani
Frammenti romani
Il numero 18 de “L’Architettura delle città – The Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni” raccoglie alcuni contributi sotto il titolo Frammenti Romani, che proseguono l’indagine su percorsi di ricerca già praticati nei numeri precedenti, proposti in forma di “frammenti”, e riguardano temi di studio sull’architettura e sulla città, che possiamo definire “romani” per l’impostazione teorico-metodologica e per la scelta del soggetto indagato. Inoltre, per scongiurare il recente allarme di Adriano Prosperi1 sulla «perdita di memoria collettiva e di ignoranza della nostra storia [poiché n]ella realtà italiana di oggi c’è un passato che sembra dimenticato. E il peso dell’oblio è qui forse più forte che altrove...», il numero include autori di diverse generazioni ed esperienze. Ciò che emerge dall’insieme dei contributi è l’incisività e l’interesse che in modi e tempi diversi lo studio della Storia dell’Architettura è in grado di attivare sugli studenti “italiani” di architettura (in questo caso specifico “romani”), al punto da rendere irrinunciabile, interpretando la realtà urbana contemporanea, prendere atto della compresenza dei fatti urbani di diverse epoche storiche, ed incoraggiare la sperimentazione, anche in presenza di essi, sul linguaggio architettonico.Ragionamenti precisi e trasversali su questo tipo di questioni emergono dalla lettura del contributo di Vittorio Franchetti Pardo, La Scuola di Roma e l’Architettura delle città, nel quale si evidenzia il ca-rattere umanistico dell’esperienza quaroniana nel quadro della Scuola Romana di Architettura, tanto da renderla riconducibile, per gli aspetti della cosiddetta scientificità, di cui oggi molto si discute, più alle scien-ze sociali che alle scienze tecniche. 1. Adriano Prosperi, Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Einaudi, 2021.
Il numero 18 de “L’Architettura delle città – The Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni” raccoglie alcuni contributi sotto il titolo Frammenti Romani, che proseguono l’indagine su percorsi di ricerca già praticati nei numeri precedenti, proposti in forma di “frammenti”, e riguardano temi di studio sull’architettura e sulla città, che possiamo definire “romani” per l’impostazione teorico-metodologica e per la scelta del soggetto indagato. Inoltre, per scongiurare il recente allarme di Adriano Prosperi1 sulla «perdita di memoria collettiva e di ignoranza della nostra storia [poiché n]ella realtà italiana di oggi c’è un passato che sembra dimenticato. E il peso dell’oblio è qui forse più forte che altrove...», il numero include autori di diverse generazioni ed esperienze. Ciò che emerge dall’insieme dei contributi è l’incisività e l’interesse che in modi e tempi diversi lo studio della Storia dell’Architettura è in grado di attivare sugli studenti “italiani” di architettura (in questo caso specifico “romani”), al punto da rendere irrinunciabile, interpretando la realtà urbana contemporanea, prendere atto della compresenza dei fatti urbani di diverse epoche storiche, ed incoraggiare la sperimentazione, anche in presenza di essi, sul linguaggio architettonico.Ragionamenti precisi e trasversali su questo tipo di questioni emergono dalla lettura del contributo di Vittorio Franchetti Pardo, La Scuola di Roma e l’Architettura delle città, nel quale si evidenzia il ca-rattere umanistico dell’esperienza quaroniana nel quadro della Scuola Romana di Architettura, tanto da renderla riconducibile, per gli aspetti della cosiddetta scientificità, di cui oggi molto si discute, più alle scien-ze sociali che alle scienze tecniche. 1. Adriano Prosperi, Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Einaudi, 2021.
Published:
2021-06-28