Esercizi di trascrizione di opere contemporanee di architettura italiana. Il progetto di concorso per il Nuovo fabbricato viaggiatori della Stazione Termini, Roma (1947-'48)

Abstract

Una premessa. Perché ho chiamato queste ricerche, di cui presento qui un primo risultato: Esercizi di trascrizione piuttosto che semplicemente Ricostruzioni virtuali di opere moderne di Architettura Italiana? A parte il significato letterale del termine “trascrizioneâ€, che si estende a ogni campo in cui si tratti rapporti tra sistemi di scrittura compiuti, la trascrizione che io intendo è ben rappresentata da una pratica storicamente molto utilizzata in campo musicale, dove ha diverse accezioni. Una di queste la definisce come il trasporto di una composizione verso strumenti e organici diversi da quelli per i quali essa è stata concepita.

Spesso, direi sempre, si tratta di vere e proprie interpretazioni soggettive, dunque creative, ancorché a volte rigorose negli intenti. Basti riandare alla bellissima trascrizione di Maurice Ravel da Modest PetroviÄ Mussorgsky, oggi ancora apprezzata, e a quelle, invece, di Nikolaj AndreeviÄ Rimskij-Korsakov sempre da Mussorskij, oggi criticatissime perché considerate “revisioniâ€. E già in questo senso, la mia prima trascrizione – cioè la trasposizione del progetto per il Concorso per il Nuovo Fabbricato viaggiatori della Stazione Termini, del 1947 di Mario Ridolfi, Ludovico Quaroni, Aldo Cardelli, Mario Fiorentino, Giulio Ceradini, Aldo Carè, dai pochi disegni bidimensionali in bianco e nero a nostra disposizione a una completa rappresentazione digitale e tridimensionale, anche a colori – si può affermare abbia i caratteri della trascrizione, nel bene, o addirittura della revisione, nel male.