AUA muore Gianfranco Moneta un personaggio scomodo

Authors

  • Maurizio Moretti

Abstract

I miei sono ricordi di una frequentazione da architetti. Non ho ricordi del periodo universitario perché ho conosciuto Gianfranco Moneta dopo la laurea, quando entrò a far parte dello studio AUA, un gruppo di giovani neolaureati che avevano deciso di dar vita a uno studio professionale. Professionale è un termine un po’ generico per definire l’AUA, in realtà avevamo in comune una serie di interessi che non si fermavano all’architettura: molto forte era tra noi l’interesse per il cinema, quasi non c’era sera che non si andasse al cinema. A quel tempo c’erano molti cineclub, tra i quali il mitico Filmstudio e il CUC. Poi si andava a tutte le manifestazioni legate all’architettura: i Lunedì dell’Architettura, con quello splendido regista di baruffe culturali che era Bruno Zevi, erano un appuntamento quasi obbligato.
Era un periodo di trasformazioni epocali, dal dopoguerra ci separava una generazione, quella degli Aymonino e dei Lenci che, tra l’altro, avevano avuto l’opportunità di lavorare ai primi incarichi per la ricostruzione. Noi ci eravamo laureati negli anni ’60, ma la classe intellettuale – la classe dominante nel nostro settore – era rimasta pressoché la stessa. Tutti quelli che avevano avuto il potere durante il fascismo l’avevano riconquistato e lo tenevano saldamente in mano, anche nella Facoltà.
La Facoltà era gestita da personaggi molto più qualificati sul piano accademico che professionale: la storia e il restauro erano molto ben rappresentati da personaggi di livello internazionale, come De Angelis d’Ossat. Mancavano invece gli architetti, gli architetti nel vero senso della parola, i progettisti. In quel periodo erano in atto grandi cambiamenti nel modo di vivere, nelle relazioni, dovuti anche all’evoluzione del linguaggio cinematografico. L’architettura è molto vicina al cinema: non è un caso che molti registi famosi, e attori, provenissero dalla scuola di Architettura. Gianfranco Moneta è stato – per un breve periodo della sua vita – uno dei soci dell’AUA più impegnati e presenti, tra i più combattivi e agguerriti, con tutte le conseguenze immaginabili per una convivenza pacifica. Mi sento di affermarlo perché tra tutti sono quello con cui ha avuto un rapporto più stretto, amichevole.
Lo studio era costituito da colleghi come Tafuri, Piccinato, Rossi Doria, La Perna. E frequentato da Soprani e Urbani. Era il gruppo dei viaggi d’estate. Nella primissima fase trovammo un appartamento in affitto in via Tiepolo, 21. Poi arrivarono altri colleghi, Bracco, Ray, Quilici, Fattinnanzi, Barbera, Calza Bini, Maroni. Così affittammo un altro appartamento sullo stesso piano e per anni l’indirizzo di via Tiepolo rimase il luogo fisico delle attività del gruppo, dal lavoro vero e proprio (ahimè, sempre insufficiente) ai concorsi di progettazione. Questa nostra convivenza, fatta di quotidianità nel lavoro, di frequentazione di ambienti in cui ci si poteva arricchire dal punto di vista culturale, era un modo di vivere gli interessi che ci univano e che spesso esulavano – come ho detto – dall’ambito dell’architettura e del lavoro. Era un momento di grande apertura a forme di libertà prima inimmaginabili. I concetti di fedeltà, amicizia, tradimento, nonostante le nostre origini borghesi, avevano cambiato significato, erano possibili scambi di ruoli e rapporti complessi.

Published

2024-10-25

How to Cite

AUA muore Gianfranco Moneta un personaggio scomodo. (2024). L’architettura Delle città  - The Journal of the Scientific Society Ludovico Quaroni, 16(20-21). http://architetturadellecitta.it/index.php/adc/article/view/394