Chiesa della Sacra Famiglia a Genova (1956-'59)
Abstract
Mentre il professor Bruno Malara nominava Carlo Scarpa, mi sono ricordato che Ludovico Quaroni – che si dice fosse molto inquieto con Olivetti perché usava altri come architetti, come Cosenza, e lui come urbanista – quando faceva un po’ lo snob diceva: “Se io fossi un architetto, l’architetto che preferirei essere è Carlo Scarpaâ€, poi magari la volta dopo diceva di voler essere Albini o Gardella...
Io sono responsabile di aver chiamato una Facoltà di Architettura con il nome di Ludovico Quaroni, il che è bizzarro: pare non sia una consuetudine dare il nome di un architetto o di un professore alla facoltà , al massimo gli si dedica un’aula. Carlo Scarpa era uno degli architetti che Ludovico Quaroni diceva di voler essere, ma credo fosse solo un gioco. Quando abbiamo chiamato la facoltà con il nome di Ludovico Quaroni, c’era però il dubbio che Ludovico Quaroni fosse, nel panorama degli architetti romani, davvero il più rappresentativo. I nostri contemporanei architetti propendevano per altri nomi più legati ad un’idea di architettura forte, linguisticamente precisa, quasi cifrata, ed il candidato principale era Adalberto Libera che però con Roma non aveva propriamente un rapporto particolare; altri nomi erano vecchi maestri del Novecento, come Giovannoni; di Piacentini non si è mai parlato. A noi Ludovico Quaroni piaceva proprio perché non era un architetto “di cifraâ€, quelli che ora vengono definiti archistar