Vol. 7 No. 10 (2017): Spazio pubblico e approccio interdisciplinare al progetto
Nel 1953 ad Aix-en-Provence, e poi a Dubrovnik (1956) fino all’epilogo di Otterlo (1959), la generazione più giovane associata ai CIAM inizia a mettere in discussione le categorie funzionaliste della Carta di Atene a partire dal delicato tema dello spazio pubblico. Nonostante le correzioni di rotta della “vecchia guardia”, per superare l’astrattismo della città funzionale, il Team 10 (in particolare con gli Smithson e van Eyck) espone un ambiente urbano più adatto alle necessità emotive e materiali dell’uomo, invocando un modello spaziale complesso con più relazioni tra forme architettoniche e bisogni socio-psicologici dell’utenza.
l pluralismo disciplinare nell’approccio del Team 10 emergerà poi soprattutto nel lavoro di van Eyck, che è interamente dedicato alla ricerca di forme adeguate ai luoghi, attraverso una ”esperienza antropologica”. Aldo van Eyck intervenendo al CIAM di Otterlo (1959): “L’uomo è sempre e dovunque essenzialmente il medesimo. Egli ha la stessa attrezzatura mentale anche se la usa diversamente secondo il suo ambiente culturale e sociale, secondo il particolare modello di vita di cui gli accade di far parte. Gli architetti moderni hanno talmente insistito su ciò che nel nostro tempo è diverso, da avere perduto il contatto con ciò che di diverso non è, con ciò che è sempre essenzialmente identico”. Nel 1998 Rem Koolhaas dà vita ad AMO, l’altra faccia dell’Office for Metropolitan Architecture, un laboratorio di ricerca multidisciplinare che opera al di là dei confini tradizionali dell’architettura per “fertilizzarla”. Il suo think tank è sostanzialmente uno strumento per capire le dinamiche della società contemporanea, del nuovo “pubblico”, nella convinzione che la bigness ha definitivamente rotto con le regole funzionaliste della modernità. Emerge una certa multidisciplinarietà nel lavoro di Koolhaas, il quale attribuisce alla figura dell’architettoilruolodi “mediatore”,dovendo interagire con esperti di discipline differenti ma complementari nel campo della progettazione. In più occasioni, l’architetto olandese, ha illustrato il complesso rapporto tra democrazia e architettura rappresentando l’evoluzione del concetto di “potere pubblico” dal dopoguerra. Se escludiamo le ville, gli edifici delle società private e le passerelle per Prada, la quasi totalità della produzione di OMA-AMO si misura, alle varie scale, con lo spazio pubblico contemporaneo. Nel 2014 il Museo Nazionale Centro di Arte Reina Sofía di Madrid organizza una importante mostra dal titolo Playgrounds. Reinventing the Square riportando alla luce la strategia del playground come interazione “spazio pubblico-abitanti”, in una dimensione collettiva e condivisa. In mostra le utopie e le realtà progettuali della seconda metà del ‘900, tra questi i progetti di Aldo van Eyck che durante i “trenta gloriosi” disegna centinaia di playgrounds pubblici ad Amsterdam, una città distrutta dalla guerra, riuscendo a riportare vita e qualità per le sue strade.
Autore (a cura di): Ettore Vadini
ISBN: 9788868129958
Published:
2017-07-28